ETA' DEL BRONZO. Gli abitati palafitticoli in Italia settentrionale

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Nell’Italia Settentrionale abitati su bonifica lignea o su vera e propria palafitta sono presenti fin dal Neolitico avanzato (IV millennio a.C.), come ad esempio la Lagozza di Besnate (VA) e Fimon - Molino Casarotto (VI), ma il momento del loro massimo sviluppo è sicuramente da porre in corrispondenza dell’Antica e Media Età del Bronzo (2200 – 1300 a.C.), con una continuazione più episodica nel Bronzo Recente (XIII sec. a.C.).
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A partire dall’Antica età del Bronzo proprio nell’area benacense si sviluppò un gran numero di palafitte, come quelle ora sommerse dalle acque, situate a poca distanza dall’attuale riva nella parte meridionale del lago (Gabbiano di Manerba, Moniga-porto, Padenghe-La Cà, Corno di Sotto, San Francesco, Porto Galeazzi, Lugana Vecchia, Fornaci, Peschiera, Bor di Pacengo, Villa Bagatta, La Quercia di Lazise e Cisano).
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Particolarmente importanti sono le palafitte dei piccoli bacini inframorenici che circondano il lago (Lucone di Polpenazze, Polada, Lavagnone, Barche di Solferino, Bande di Cavriana, il laghetto del Frassino e Cavaion) e quelle dell’area alpina, come ad esempio Fiavè e Ledro.
Successivamente il fenomeno palafitticolo si diffonderà in un’area più vasta, prediligendo soprattutto ambienti di tipo fluviale, sia su grandi fiumi come nel caso dell’Isolone del Mincio, sia sui piccoli corsi alimentati dalle risorgive, come nel caso di vari siti individuati nella pianura tra Mantova e Verona.
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(da Baioni M. “Il sito palafitticolo di Polada”, in “Sulle tracce dell’uomo” a cura di Ass. La Polada, 2004)
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(Immagine tratta da: Rapi M., 2013, Dall’età del Rame all’età del Bronzo. I primi villaggi palafitticoli e la cultura di Polada, in de Marinis R.C., (a cura di), L’età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi, Roccafranca (Brescia), pp. 525-544.)